Il sonno è un bisogno primario dell’essere umano. Durante il riposo, infatti, l’organismo si rigenera, produce ormoni propedeutici al benessere, si ricarica di nuova energia e placa le sensazioni negative come l’ansia, la preoccupazione, lo stress, i pensieri ossessivi, il nervosismo.
Dormire bene, e beneficiare di un sonno di qualità e sufficiente in termini di ore, è fondamentale per la salute. La sindrome della privazione del sonno, infatti, è una vera e propria malattia che può avere ripercussioni sia sulla salute fisica che psichica.
Cosa succede quando l’anziano dorme poco?
Durante la terza età avvengono, nell’organismo, dei cambiamenti fisiologici a livello ormonale e metabolico per i quali possono venire meno alcuni equilibri fondamentali tra cui il ritmo circadiano. Si tratta della capacità dell’organismo di auto-regolarsi nel ritmo sonno/veglia.
Gli anziani, ad esempio, hanno spesso sonno molto presto la sera ma tendono poi a risvegliarsi prima dell’alba o addirittura in piena notte, non riuscendo più ad addormentarsi.
In altri casi, invece, tendono a fare continui sonnellini brevi e non riescono mai a dormire continuativamente per un numero sufficiente di ore.
Queste condizioni non sono affatto sane né benefiche e possono dipendere da diversi fattori. Ad esempio:
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- problematiche a livello di produzione ormonale che, in terza età, tende a diminuire sempre di più. Le difficoltà a dormire possono dipendere soprattutto da disfunzioni a livello della tiroide, dell’ipofisi o del surrene;
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- disturbi metabolici;
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- noia, in quanto gli anziani fisiologicamente sani ma che si lasciando andare psicologicamente non si stancano abbastanza, pertanto non avvertono mai in maniera netta lo stimolo del sonno;
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- ansia, depressione, ipocondria, preoccupazioni.
Cosa fare se l’anziano non dorme?
Quando una persona anziana presenta uno o più dei seguenti sintomi:
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- dorme meno di 5 ore per notte;
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- si sveglia in piena notte e non riesce più a prendere sonno;
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- ha continui risvegli notturni;
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- non riesce mai a dormire per almeno 5 ore continuative ma fa solo brevi sonnellini;
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- lamenta continua stanchezza anche quando è riuscito a dormire per qualche ora;
è necessario informare il medico della situazione. Sarà lui a stabilire se il poco sonno dipende semplicemente da uno stile di vita errato o se c’è sospetto di qualche patologia endocrinologica, metabolica o psicologica da indagare e curare.
Come intervenire concretamente se l’anziano non dorme
Se un anziano dorme poco e il medico ha già escluso cause gravi, si può intervenire in diversi modi per aiutarlo a riposare di più e meglio.
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- Cercare di tenerlo attivo sia fisicamente che mentalmente durante la giornata, così che possa utilizzare le sue energie. Basta accompagnarlo o stimolarlo a fare una passeggiata, coinvolgerlo in qualche attività semplice ma interessante come ad esempio cucinare insieme, proporgli il giardinaggio, convincerlo a frequentare un centro anziani dove può interagire con i coetanei, affidargli qualche compito idoneo alle sue possibilità come andare a fare la spesa, badare per qualche ora ai nipotini, fare qualche lavoretto in casa alla sua portata. Sentirsi utile e impegnato lo aiuterà a rilassarsi.
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- Sconsigliargli di assumere sostanze eccitanti nella seconda parte della giornata: the, caffè, spezie, cioccolata sono tutti alimenti che possono inibire il buon sonno.
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- Proporgli, se lo digerisce bene, una tazza di latte caldo un’ora prima di coricarsi: il triptofano contenuto nel latte ha un blando potere sonnifero naturale.
- Allestire la sua zona notte in modo che sia comoda e confortevole: dovrebbe esserci buio, una temperatura compresa tra 19 e 23 gradi, non devono esserci schermi televisivi o dispositivi tecnologici accesi nella stanza.