Fino a qualche tempo fa non sembrava esserci alcun dubbio: più la pressione arteriosa è bassa, meglio è.
Negli ultimi tempi si è capito che non è sempre così e, in particolare, che bisogna fare dei distinguo in base alla fascia d’età del soggetto. Se c’è un punto su cui tutti concordano è che l’ipertensione comporta un rischio cardiovascolare maggiore, ma puntare a valori troppo bassi può provocare problemi seri negli anziani.
Quali valori dovrebbe avere la pressione?
Normalmente si considera ottimale una pressione arteriosa al di sotto di 130 mmHg per la sistolica e di 85 mmHg per la diastolica.
Questi valori, però, sono perfetti per chi ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, ma con l’avanzare dell’età, quando la rigidità dei vasi arteriosi aumenta, una tale soglia potrebbe essere controproducente.
Negli over 65 i farmaci usati per curare l’ipertensione possono causare un eccessivo calo di pressione, soprattutto con il caldo, causando spossatezza e altri problemi. Occorre fare molta attenzione a diminuire la pressione nell’anziano perché questo aumenta il rischio di cadute, che spesso si traducono in fratture, traumi cranici e ferite, e può ridurre troppo l’afflusso di sangue (e quindi di ossigeno) al cervello, al cuore e ai reni.
È bene ricordare che la pressione notturna è più bassa di circa il 10-20% rispetto a quella diurna. Quindi è importante verificare che non scenda a livelli troppo bassi di notte, perché questo si associa a un rischio elevato di cadute, una delle maggiori minacce per la salute degli anziani. Anche il rapido passaggio dalla posizione sdraiata a quella seduta o in piedi può determinare un brusco calo pressorio (ipotensione ortostatica).
Qual è la pressione ottimale per una persona anziana?
Se l’obiettivo pressorio normalmente in chi ha 40-60 anni è 140 mmHg di massima, una tale soglia in chi ha 65-70 anni può avere conseguenze negative. A seconda dell’età, quindi, le cose cambiano molto.
Una serie di studi clinici ha evidenziato che i dati pressori considerati ottimali per una persona di mezza età possono essere troppo bassi per un ultrasettantenne, il che obbliga i medici a orientarsi verso un’interpretazione più flessibile delle “Linee Guida” che tenga conto delle condizioni del singolo paziente.
Nello specifico, in uno studio condotto su una coorte di pazienti milanesi molto anziani si è osservato un andamento a U del rischio di mortalità: quest’ultimo sale sia quando si ha la pressione altissima sia quando è molto bassa, mentre diminuisce in corrispondenza di valori pressori medio-alti.
Le stime ritengono ottimale una pressione di 165/85. Si tratta di valori che normalmente preoccupano medici e pazienti ma che, secondo le statistiche, servono a portare ovunque una giusta quantità di sangue.
Da un’altra ricerca comparsa sul Journal of American Geriatric Society si evince che una pressione più alta, ma al di sotto del livello considerato di ipertensione, è associata a migliori funzioni cognitive nell’anziano e contribuisce a prevenire le degenerazioni senili. In sostanza, con una pressione di 165/85 il cervello si mantiene più in forma perché riceve il giusto nutrimento.
Consigli pratici per avere un livello adeguato di pressione?
Questi risultati suggeriscono che la pressione ottimale nell’anziano dovrebbe essere più elevata di quanto finora considerato.
Chi ha la pressione sistolica a 120 ha davvero un rischio cardiovascolare minore, ma allo scendere dei valori diminuisce anche il vantaggio possibile. Questo porta a concludere che a volte le pillole per la pressione non servono quando si ha una certa età.
Di fronte a valori troppo bassi bisogna agire sullo stile di vita:
- Cambiando alimentazione
- Smettendo di fumare
- Utilizzando probiotici adatti al posto dei farmaci (che rimangono indispensabili quando non si è più in grado di riequilibrare la situazione autonomamente)
In definitiva, per individuare quale deve essere la pressione di una persona di 65/70 anni il medico deve tenere conto del quadro generale del paziente, personalizzando il trattamento caso per caso. La scelta di quanto abbassare la pressione in un ultrasessantacinquenne dipende dalle condizioni del paziente e andrà valutata con attenzione, facendosi guidare dal buon senso, soprattutto in presenza di condizioni di fragilità.