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Anziani In

Anziani In Ospedale

Una popolazione che invecchia

Non è una novità che la popolazione stia invecchiando e, per questa ragione emerge sempre più la necessità di organizzare strutture in grado di accogliere gli anziani nel miglior modo possibile.

Tra le varie strutture ricettive che vedono la degenza di moltissimi anziani vi è, indubbiamente, l’ospedale che, molto spesso, diventa luogo di cura non solo per delle problematiche con carattere di urgenza, ma anche per alleviare condizioni di malattie croniche derivanti da disabilità acquisite con la vecchiaia.

Il personale impiegato all’interno di ospedali, case di cura e cliniche hanno una rilevanza fondamentale per poter ottemperare alla sempre crescente richiesta da parte della fetta di popolazione più anziana e debole, e riuscire ad individuare delle soluzioni di assistenza adatte al singolo caso così da poter preservare il benessere della persona nella sua interezza.

L’ospedalizzazione dell’anziano

Purtroppo, nonostante l’ospedalizzazione dell’anziano in molto casi sia una scelta indispensabile, molte ricerche hanno rilevato come siano riscontrabili degli effetti negativi sul paziente stesso.
Infatti, se al momento dell’ingresso in ospedale le condizioni dell’anziano, prettamente riconducibili alla riduzione della funzionalità, sono soddisfacenti, una volta dimesso il paziente dimostra un declino della propria funzionalità generale.

Si tratta di una conseguenza derivante da ritmi quotidiani nettamente diversi da quelli che si sarebbe normalmente abituati ad avere a casa propria.
Molto spesso, l’ambiente non risulta particolarmente favorevole: luogo rumoroso, socialmente deprivato, e sensorialmente distante dalla propria quotidianità sono solo alcuni degli elementi che determinano un senso di disorientamento crescente e poco favorevole alla persona anziana e al mantenimento ottimale del suo stato cognitivo.

Molto spesso questo declino viene difficilmente recuperato, anche se in alcuni casi, nell’arco temporale di uno-tre anni successivi alle dimissioni, può avvenire un progressivo miglioramento.
Qualora non vi sia alcun miglioramento è indispensabile che la famiglia dell’anziano si mobiliti per supportarlo attivamente nello svolgimento delle normali attività quotidiane.

Nel peggiore dei casi infatti, il declino inizia in ospedale e prosegue con drastica rapidità anche a casa, comportando il rischio, talvolta, di disabilità permanente.

L’OSPEDALE PUO TALVOLTA DISORIENTARE L’ANZIANO

Sono questi i casi in cui persone operate al femore a fronte di una frattura, difficilmente riescono a recuperare la loro mobilità, ma anche, nei casi meno drammatici, le persone che vengono ricoverate e sono costrette ad un allettamento prolungato difficilmente riescono a riacquisire la loro autonomia motoria.

A tal proposito un intervento e un supporto mirato del paziente nel periodo di ricovero in ospedale può rivelarsi davvero provvidenziale, in quanto in grado di supportarlo attivamente nelle piccole attività che gli consentono di mantenere un buon grado di autonomia.

Tale tipo di assistenza dovrebbe essere svolta sia dal personale medico ed infermieristico sia dalla famiglia che, grazie alla sua presenza e al suo supporto, sarà in grado di offrire maggiore motivazione e stimolo all’anziano.

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