Nella maggior parte dei casi, soprattutto se le condizioni di salute di un anziano lo permettono, sono i figli ad occuparsi della cura dei propri genitori che hanno raggiunto la terza età.
Cosa succede, però, quando un anziano non ha figli? Chi si può occupare di lui?
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Quali sono i rischi dell’affrontare la vecchiaia senza figli?
Le persone anziane non possono sempre contare su una vita sociale attiva e soddisfacente.
Generalmente, gli anziani si dedicano anima e corpo alla propria famiglia e diventano emotivamente ed affettivamente dipendenti dai figli e dai nipoti, che si occupano di loro e rappresentano tutto il loro mondo emozionale e sociale.
Gli anziani senza figli rischiano di restare soli e di cadere in uno stato di apatia e depressione, che può portarli anche ad ammalarsi seriamente a livello psicologico e cognitivo, per mancanza di stimoli e di interazione.
Inoltre, un altro problema molto delicato che riguarda gli anziani soli, è quello relativo all’assistenza: nei casi di anziani non autosufficienti, è necessario che ci sia qualcuno sempre presente per poterli aiutare, supportare ed assistere continuamente.
Inoltre, un altro problema molto delicato che riguarda gli anziani soli, è quello relativo all’assistenza: nei casi di anziani non autosufficienti, è necessario che ci sia qualcuno sempre presente per poterli aiutare, supportare ed assistere continuamente.
Chi si occupa degli anziani senza figli?
La soluzione migliore, e più sicura, da proporre agli anziani senza figli è, senza dubbio, il trasferimento presso una RSA. Si tratta di strutture confortevoli, godibili e organizzate per potere fare fronte a tutte le esigenze fisiche, emotive, affettive, sociali e sanitarie delle persone anziane.
Per un anziano solo, vivere in una RSA potrebbe rappresentare un notevole miglioramento della qualità della vita, per tanti motivi. In RSA non deve preoccuparsi della gestione economica e igienica della casa, né tantomeno dell’approvvigionamento di viveri né della preparazione dei pasti.
In queste strutture gli anziani vivono in sicurezza, in quanto sia le stanze che gli ambienti comuni sono organizzati in maniera consona e meticolosa per risultare vivibili in modo agevole anche alle persone con difficoltà motorie o di deambulazione.
Inoltre, nelle RSA gli ospiti hanno la possibilità di socializzare, di trascorrere del tempo insieme ai loro coetanei, di fare nuove conoscenze e attività. Il tutto con la garanzia di un’assistenza medico-infermieristica presente h24 e 7/7, sia per la gestione delle terapie e delle esigenze quotidiane sia per intervenire in caso di necessità improvvisa.
5 consigli su come comportarsi con gli anziani senza figli
A volte, le persone anziane e sole, possono sviluppare un atteggiamento diffidente e scorbutico, come una sorta di difesa verso gli affetti che desidererebbero avere ma, purtroppo, non hanno.
Ecco alcuni consigli per poter interagire con loro senza urtarne la sensibilità:
1. Evitare di parlare con loro della propria famiglia o di chiedere come mai non abbiano avuto figli.
2. Se l’anziano parla di altri parenti, ad esempio figli di suoi fratelli o sorelle, ascoltare con partecipazione, complimentandosi e congratulandosi come se stesse raccontando dei suoi figli.
3. Rispettare i momenti dolorosi e delicati, ad esempio se l’anziano si isola nella sua stanza o in un luogo appartato durante le visite dei figli agli altri ospiti della RSA, è bene evitare di cercare di costringerlo ad assistere, se non se la sente.
4. Dedicare all’anziano senza famiglia qualche attenzione speciale, da figlio/a, come ad esempio degli auguri particolarmente affettuosi e sentiti alle feste comandate o al suo compleanno.
5. Cercare di coinvolgere l’anziano nella vita sociale della RSA, con delicatezza se si dimostra diffidente e solitario, a piccoli passi e per poco tempo al giorno, in modo che si possa riabituare piano piano a socializzare.
2. Se l’anziano parla di altri parenti, ad esempio figli di suoi fratelli o sorelle, ascoltare con partecipazione, complimentandosi e congratulandosi come se stesse raccontando dei suoi figli.
3. Rispettare i momenti dolorosi e delicati, ad esempio se l’anziano si isola nella sua stanza o in un luogo appartato durante le visite dei figli agli altri ospiti della RSA, è bene evitare di cercare di costringerlo ad assistere, se non se la sente.
4. Dedicare all’anziano senza famiglia qualche attenzione speciale, da figlio/a, come ad esempio degli auguri particolarmente affettuosi e sentiti alle feste comandate o al suo compleanno.
5. Cercare di coinvolgere l’anziano nella vita sociale della RSA, con delicatezza se si dimostra diffidente e solitario, a piccoli passi e per poco tempo al giorno, in modo che si possa riabituare piano piano a socializzare.